INSTINCT – ISTINTO PRIMORDIALE (1999)-FILM
Un naturalista rinchiuso in un ospedale psichiatrico perché accusato di omicidio e comportamento disumano, è chiuso in un silenzio che solo un intraprendente e competente psichiatra riuscirà a scalfire. Più si addentra nella mente dello scienziato più questi si insinua nella sua, finché nell’orrore che ha travolto l’uomo vedrà riflesse le sue ambizioni specchio d’un mondo animale, quello dell’uomo.
Il film comunica allo spettatore una sorta di percorso inverso nella scala evolutiva, l’idea è quella di ricondurre l’uomo ad uno stato primitivo, uno stato primordiale puro, libero da morale, libero da valori antropologici acquisiti nella sua storia, ricerca dell’istinto puro e libero da cultura che controlla il comportamento, il pensiero, la natura stessa dell’uomo, qui rappresentato molto più vicino all’animale.
Le vicende narrate dalla pellicola però rappresentano anche una metafora sulla libertà. Alla fine lo scienziato, che aveva preferito rinunciare a tutte le sue caratteristiche umane, rigettando anche la parola, recupera la sua umanità e, anche se alla fine sembra essere tornato indietro nel suo percorso, riesce invece a fuggire di nuovo verso i suoi sogni.
Durante una visita in cui lo scienziato mostrava i gorilla in gabbia al giovane medico che segue il suo caso, Ethan aveva detto:
“Vedi, anche se tu aprissi la gabbia, queste scimmie non scapperebbero. Non si ricordano più della libertà, per loro è qualcosa che hanno solo sognato”.
Ma il finale del film dimostra che la libertà può non essere solo un sogno.
“Instinct – Istinto primordiale” non è una sceneggiatura originale; il film è un adattamento della novella filosofica “Ishmael” di Daniel Quinn.
In realtà, più che un vero adattamento, sembra che il libro sia stato solo fonte d’ispirazione per il regista. Nel romanzo la storia viene introdotta dal racconto di uno scrittore disilluso che in gioventù, nel mezzo della ribellione giovanile degli anni ’60-’70, ambiva a voler salvare il mondo. Cercava un maestro, un guru, un saggio che gli potesse indicare la via. Rimasto deluso dall’esperienza, a distanza di vent’anni trova un annuncio:
“MAESTRO cerca allievo. Si richiede un sincero desiderio di salvare il mondo. Presentarsi di persona.“
Stupito e anche amareggiato da questo annuncio, decide di andare solo per avere la conferma che si tratti dell’ennesimo cialtrone, ma scopre che il maestro è un vero e proprio gorilla. In principio rimane incredulo di ciò che vede, ma riesce fin da subito a stabilire la comunicazione con l’immane creatura, pertanto, Il gorilla, il maestro dell’annuncio, comincia a raccontargli la sua storia di prigionia e di come è nato in lui “l’individuo” Ishmael. In seguito lo scrittore accetterà di diventare allievo del gorilla che lo condurrà in un viaggio culturale che cambierà per sempre la sua vita.
I contenuti filosofici di questa novella sono molto profondi e risultano a malapena accennati in questo tentativo di trasposizione cinematografica.
Tuttavia, vengono evidenziati alcuni concetti filosofici che non passano inosservati e che sono in grado di offrire almeno un certo spunto di interesse culturale agli spettatori più esigenti. Il maggior punto di riflessione che viene posto in questo film non è relativo a un banale messaggio retorico ecologista, ma alla necessità di riscoprire e ristabilire il giusto equilibrio con tutto l’ambiente circostante. A tal proposito emerge su tutto l’abusato e controverso concetto di “libero arbitrio”.
Secondo Sant’Agostino solo con la ‘grazia’ l’uomo diventa capace di dare attuazione alle proprie scelte morali, e pertanto distingue il libero arbitrio, che è il desiderio di scegliere in linea teorica tra il bene e il male, dalla libertà, che è invece la volontà di mettere in pratica queste scelte.
In verità l’uomo non è sempre in condizione di esercitare una volontà diretta, o di scegliere tra il bene e il male. La vita di ognuno dipende non solo da tutti gli altri, ma dall’ecosistema intero in quanto ogni forma di vita è interconnessa con le altre, pertanto, diventa estremamente interessante la lezione che il dottor Powell impartisce a Theo sul controllo.
Non abbiamo la libertà e non abbiamo il controllo, ma viviamo nell’illusione di averli, ed è solo infrangendo quest’illusione che si può comprendere il senso di ogni cosa.
Nel finale del film tuttavia il Dott. Powell rimette in discussione il concetto di libertà affermando che esiste al di là delle barriere che ci costruiamo da soli, ma a questo punto va fatta una riflessione su ciò che si intende per libertà e su ciò che invece concerne la scelta:
Per libertà generalmente s’intende la condizione per cui l’uomo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni, attraverso la volontà di ideare e compiere un’azione, ricorrendo ad una libera scelta degli strumenti che si ritengono utili allo scopo prefissato.
La scelta invece è quel processo mentale per cui si giudica il valore di diverse opzioni a disposizione che si conclude con la selezione di una di esse per il conseguimento dello scopo.
Ma quale libertà si potrebbe mai avere se in una determinata circostanza non si presenta più di un’opzione?
“L’essenza della libertà è sempre consistita nella capacità di scegliere come si vuole scegliere e perché così si vuole, senza costrizioni o intimidazioni, senza che un sistema immenso ci inghiotta; e nel diritto di resistere, di essere impopolare, di schierarti per le tue convinzioni per il solo fatto che sono tue. La vera libertà è questa, e senza di essa non c’è mai libertà, di nessun genere, e nemmeno l’illusione di averla.“
QUI POTETE LEGGERE IL LIBRO COMPLETO
ADESSO VEDIAMO IL FILM COMPLETO
http://it.wikipedia.org/wiki/Instinct_-_Istinto_primordiale
http://www.filmscoop.it/cgi-bin/recensioni/instinctistintoprimordiale.asp