Quanto sono cambiate le cose dal 11. settembre 2001.
Al epoca tutti guardavamo le immagini e seguivamo le notizie con un groppo di paura ed insicurezza dentro lo stomaco. Mi ricordo che i viaggi turistici sono diminuiti. Mi ricordo che le persone per strada guardavano ogni sacchetto di plastica con la paura, perchè non si sapeva mai da dove arriverà il pericolo.
In quella sensazione di paura abbiamo pregato per un po’ di sicurezza e abbiamo permesso tutte le limitazioni della nostra libertà personale nel nome di questa preghiera.
Oggi dopo quasi 12 anni da allora abbiamo capito che tutto era un gioco creato a tavola proprio con questo scopo. Lo scopo era limitare le libertà con il nostro consenso.
Ieri è successa la cosa molto simile. A una manifestazione internazionale è esplosa una bomba. Dico una ma in fondo non importa quante sono state quelle che sono davvero esplose.
A differenza di 12 anni fa, la grande maggioranza delle persone hanno visto questa notizia andata su tutte le furie nelle media ufficiali, con un grande punto di domanda. La domanda principale è: Che cosa stano combinando di nuovo? Quale è vero scopo di questo evento? Se guardate bene le domande tipo, ma chi ha fatto questo, sono quasi assenti, perchè in fondo, la risposta è già conosciuta.
Allora nella ricerca delle risposte il web ha subito trovato le prime prove della pianificazione del evento a tavolino.
Tra le prime cose uscite è notizia di apertura di una pagina di Facebook dedicata al evento. Pagina era aperta 2 giorni di evento stesso. L’ha aperto un veggente? Se è così perchè non ha bombardato la rete con gli avvisi di quello cosa sta per succedere?
Seconda cosa era pubblicazione delle dichiarazioni di persone presenti che tutto sembrava come già preparato. Normalmente i media ufficiali non hanno trasmesso queste dichiarazioni.
http://www.infowars.com/eyewitness-authorities-must-have-known-about-bombing/
Questa foto fa risvegliare seri dubbi quando media parlano di vittime trasmettendo le immagini scioccanti.
Nella foto si vede un soldato Americano che ha perso le gambe nel 2011.
Ci sono ancora tantissime altre cose che confermano il falso attacco.
Ecco potete leggere anche qui.
Oh, si le cose sono davvero cambiate.
Loro hanno giocato la loro carta
E adesso è il momento che io gioco la mia. Conoscendo loro interesse per l’occulto, giorno di ieri 15.04.2013. portava la simbologia del numero 7. Questa è la mia carta
Il Carro è l’arcano numero sette, il numero primo più alto, divisibile solo per se stesso, il più attivo dei numeri dispari. Il Sette rappresenta, dunque, l’azione per eccellenza, a tutti i livelli: su se stessi e sul mondo. A differenza dell’Imperatrice, arcano numero tre, l’azione del Carro è più matura, in quanto basata sull’esperienza accumulata dagli Arcani precedenti, e si propone un obiettivo.
Nei tarocchi di Marsiglia, il soggetto della carta è rappresentato da tre elementi: due cavalli, un veicolo e il suo conducente; il nome della carta non allude al personaggio, come era accaduto finora, ma allude al veicolo.
Il conducente è rappresentato da un giovane uomo in cui potremmo riconoscere un principe o un re, dal momento che porta la corona. Il giovane re ha un’espressione nobile e virile, guida con sicurezza il cocchio, non gli è necessario tenere i cavalli con le briglie: è un conquistatore nato e manifesta tutta la sicurezza di chi ha combattuto e vinto superando ostacoli di ogni tipo. La sua armatura rifulge di colori brillanti e tutta la sua figura emana luminosità, simboleggiante la piena vittoria. Il Sette, infatti, numero di buon auspicio e sacro sin dall’antichità (il Sette è dato dai tre piani dell’essere più i quattro elementi), è il numero del compimento, dell’interezza di una serie: sette sono, non casualmente, i giorni della settimana, le virtù, i vizi capitali, le note musicali, i colori dell’arcobaleno, i tradizionali pianeti dell’astrologia. La figura sul carro può rimandare all’eroe dalle gambe nude della carta precedente, l’Innamorato, che armatosi contro le difficoltà ora procede dominandole dall’alto, cioè da una posizione che gli permette di vedere la direzione della meta e quindi di guidare il suo veicolo senza identificarsi con un lato o l’altro del dilemma, ma dominando entrambi da un punto di vista superiore e centrale rispetto alla dualità delle cose.
Possiamo vedere il lui anche la figura dell’Imperatore che, scelta la via del successo, inizia a percorrerla. Il conducente del Carro porta il suo scettro nella mano destra, senza stringerlo come faceva l’Imperatore, ma con una scioltezza che indica il sicuro dominio della situazione.
Il carro ha forma di quadrato, è color rosa carne e affonda nella terra: è, quindi, ancora legato alla realizzazione materiale. Il giovane re trae dal cubo la sua potenza solare, attiva, destra; il cubo è stato preliminarmente purificato e ora è fornito di ruote per il movimento. La realizzazione concreta dell’Imperatore, qui si mette in moto rompendo la staticità inerte della pietra, iniziando una trasformazione sul piano dell’azione nel mondo. Decisa la linea d’azione, con l’arcano dell’Innamorato, ora, con il Carro si inizia a percorrerla.
Sulle spalle del giovane vediamo due maschere a forma di luna, la duplice natura lunare è stata trasformata in un’unica forza. Le due maschere potrebbero rappresentare anche il passato e il futuro, il positivo e il negativo: il condottiero del Carro agisce, infatti, nel pieno del presente, aperto al passato e al futuro, alla luce e all’ombra.
Il condottiero ci ricorda il Sagittario, infatti dell’uomo vediamo solo la metà al di sopra della cintura: la sua parte inferiore del corpo sembra equina; infatti, i due cavalli sembrano far parte del suo corpo perché tutti e tre scaturiscono dal carro.
I due cavalli rappresentano le forze vitali, animali, istintive, quelle che tirano il carro rompendo la forza d’inerzia. Gli istinti o le forze dell’inconscio ora sono al servizio del giovane che le ha vinte aggiogandole al suo carro. Naturalmente esse non hanno perso nulla della loro natura selvaggia e animalesca, che anzi risalta proprio con la loro raffigurazione sotto aspetto di animali, proprio come nella raffigurazione del cane che spinge in avanti il Matto.
Il cavallo che tira verso sinistra il carro ha un occhio chiuso e lunghe ciglia, rimandandoci così alla polarità femminile; l’altro cavallo, che tira verso destra, ci rimanda invece alla polarità maschile. I due animali rappresentano, quindi, i due aspetti della contraddizione, due forze repulsive: Acqua e Fuoco, Ying e Yang. Esse, però, appartengono alla stessa natura perché entrambe scaturiscono dal Carro, entro il quale sta la parte posteriore dei cavalli a noi invisibile. Questi due principi, benché uniti, sono di natura opposta: l’aspetto contraddittorio è mostrato dal fatto che i due cavalli tirano in direzione opposte. Hanno però una meta in comune poiché come il guidatore guardano verso destra. L’unità di intenti e di direzione dà, quindi, a tutti gli elementi del composto una unità. La situazione è di equilibrio: un equilibrio dato dal movimento e un movimento dato dall’equilibrio che è dinamico e non statico, quasi a ricordare il senso segreto dell’I King: “L’esistenza si edifica sul mutamento”. L’importante è che il Carro proceda e che la direzione sia unitaria: tutti gli elementi del composto devono andare incontro allo stesso processo di trasformazione. Il Carro indica, quindi, lo stato di colui che riesce a dominare il settenario in tutte le sue forme e manifestazioni, su tutti i piani dell’essere e nel suo aspetto contraddittorio allo scopo di servirsene per andare avanti.
Insieme ai cavalli, il giovane re forma una figura triangolare, mentre il carro ha la forma del quadrato. Si ha, quindi, un triangolo nel quadrato, rappresentazione dello spirito nella materia. Il Carro rievoca, così, la ricerca alchemica: la materializzazione dello spirito e la spiritualizzazione della materia. Si potrebbe dire in quest’ottica che il carro rappresenti il corpo, i cavalli l’energia e il personaggio lo spirito.
II carro è sormontato da un baldacchino, sorretto da quattro colonne. Il baldacchino è una sorta di velo che chiude l’orizzonte del cielo; sarà la Stella, arcano XVII, a sollevare quel velo; le dodici stelle rappresentate sul drappo del baldacchino ci rimandano alle forze cosmiche. Le quattro colonne sorreggono il baldacchino quasi a dire che l’Alto, nel senso della dimensione superumana, è già penetrato e unito con il Basso, e dal Centro di questa unione viene la direzione che il Carro percorre. Infatti, le quattro colonne sono appaiate a due a due: la stessa unità contraddittoria espressa dai cavalli ritorna a confermare la corrispondenza Alto-Basso che bisogna sempre tenere presente. Le quattro colonne rappresentano anche i quattro elementi che formano il cubo.
Sul carro, al centro del blasone, è rappresentata una goccia verde. Secondo alcune leggende, fra tutte le cellule mortali del corpo umano, ne esiste una soltanto in grado di sopravvivere alla morte fisica. Il Carro ricorda in questa goccia verde la nostra speranza di immortalità: inserisce nella materia una coscienza impersonale.
E’ la carta del trionfo e del successo, soprattutto in campo sociale. Indica che una questione si risolverà nel modo migliore. Il successo è determinato dalle azioni dell’individuo, non dal Fato.
Rimanda anche alla consapevolezza, alla stabilità emotiva, alla fiducia in se stessi, all’autocontrollo e a un grande intuito
http://www.tarocchi.it/arcani-maggiori/
Finisco in stesso modo in quale ho cominciato.
Siete stati pesati, siete stati misurati e siete stati trovati mancante!
Tanja