Dati recenti confermano ciò che gli astronomi tolemaici avevano detto millenni fa. Lo spazio “vuoto” è pieno di cristalli liquidi, come quelli dei nostri schermi TV. Siamo in una TV olografica, in un canale che infine possiamo cambiare…
Siamo senza risorse e lontani dalla nostra fonte prima di energia il “sole”?
No, siamo afflitti da una gigantesca illusione ottica.
Dati recenti confermano quello che gli astronomi tolemaici avevano suggerito millenni fa.
Lo spazio “vuoto” è come una sala di specchi, pieno di plasma liquido e di energia oscura, è multidimensionale e ripiegato su se stesso, composto cioè di strutture frattali che ripetono le stesse forme su molte diverse scale e sono simili alle “sfere cristalline” di cui parlavano gli antichi astronomi. Insomma lo spazio “vuoto” è pieno di cristalli liquidi, simili a quelli che usiamo nei nostri schermi TV.
Così lo spazio “vuoto” può assumere innumerevoli strutture diverse e dare l’illusione di uno spazio infinito che in realtà non esiste.
Queste strutture invisibili smentiscono il principio copernicano, con cui l’astronomia contemporanea oggi calcola le distanze.
Non solo: queste strutture possono aver subito bruschi cambiamenti che hanno modificato le leggi fisiche e le dimensioni dei corpi, inclusi quelli umani.
Così possiamo spiegare perché Atlantide era un grande civilizzazione “scomparsa” a causa di un brusco cambiamento di stato, una solidificazione del “vuoto” che è anche dentro gli atomi, anche quelli che compongono i corpi umani.
Questo cambiamento ha accresciuto la gravità, reso più abbagliante la luce elettromagnetica e più debole quella debole…
Fonte
http://www.giulianaconforto.it/?p=136
Ologrammi solidi che si possono toccare
La nuova tecnologia che rende toccabile ogni olgramma 3d, può spiegare perchè ci sembra così reale questa nostra realtà olografica
Questa tecnologia si chiama Airborne Ultrasound Tactile Display e consiste in uno speciale proiettore in grado di produrre una sensazione tattile sulle mani di un individuo, allo scopo di rendere touch un ologramma.
L’esperimento è stato condotto da un team di ricercatori dell’Università di Tokyo, guidati dal professor Takayuki Hoshi, che hanno pensato di introdurre una tecnologia di feedback tattile attraverso un proiettore che sfrutta un fenomeno fisico chiamato pressione di radiazione acustica. La sensazione è proprio quella di toccare con mano un ologramma, che, come è noto, è fatto solo di luce.
L’Airborne Ultrasound Tactile Display non prevede alcun contatto fra la persona e l’ologramma e, di conseguenza, non altera la qualità della proiezione olografica. Semplificando, si potrebbe dire che la tecnologia sviluppata a Tokyo permette all’ologramma di librarsi nello spazio 3D. Nel dettaglio, un marker retroriflettente viene attaccato alla punta del dito medio dell’individuo, i LED a infrarossi illuminano il marker e due telecomandi della Wii di Nintendo rilevano la posizione del dito nello spazio 3D.
L’Airborne Ultrasound Tactile Display è stato testato su piccoli e semplici oggetti, come una pallina virtuale, ma il team di scienziati giapponesi vorrebbe sfruttare la tecnologia per applicazioni utili in ambito sanitario, come, per esempio, l’introduzione di interruttori virtuali che impediscano eventuali contaminazioni da germi, oppure per sostituire gli oggetti fisici con ologrammi touch. Si pensa, in particolare, ai PC, alle tastiere, ai mouse, che apparirebbero solo in caso di necessità, eliminando al contempo il problema dei rifiuti.
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